Mestieri e abilità che gli italiani non imparano a scuola: la pasta fatta in casa
Chicchirichì, canta il gallo. Sono le cinque di mattina. Ma qualcuno è già sveglio: sono le donne, instancabili lavoratrici che iniziano la loro giornata prima di chiunque altro. D’altronde, in campagna la vita scorre con un altro ritmo e le giovani donzelle hanno tantissime faccende da portare a termine sin dalle prime ore dell’alba. C’è una divisione dei compiti ben precisa: chi prepara la colazione ai mariti e ai figli che andranno a lavorare nei campi, chi si occupa del bestiame nella stalla, chi lo porta al pascolo, o chi inizia a stendere la pasta.
Scenetta bucolica? Chiedete a qualsiasi nonna italiana e vi racconterà aneddoti simili e, se siete particolarmente fortunati, vi rivelerà anche qualche segreto casalingo che non apprenderete da nessun’altra parte.
Si usa dire spesso che la vita avesse un altro sapore. Probabilmente è vero. Esistono innumerevoli tradizioni e saperi che si tramandano in linea matriarcale, conoscenze antiche che rivivono in ogni membro della famiglia e provengono da tempi che si perdono nelle generazioni lontane.
Dedicare il giusto tempo a coltivare una cultura centenaria è, oltre che entusiasmante, quasi un dovere. Ci rende privilegiati ambasciatori di un sapere che porta con sé il dovere imperativo di diffonderlo e non lasciarlo svanire.
La pasta fatta in casa è una tradizione intrinseca della cultura italiana, addirittura un’arte, ma non è materia di studio nel nostro Paese. Certe preziosità, purtroppo, per noi italiani sono troppo spesso date per scontate. Spesso, non è evidente, per noi, l’immenso valore che hanno e l’atroce peccato che sarebbe lasciarle sbiadire nel dimenticatoio.
Oggi vogliamo cogliere l’occasione per condividere con voi la ricetta di nonna Caterina, proprio perché i segreti di famiglia sono le conoscenze più a rischio di estinzione. Dunque, che aspettate? Indossate il grembiule e infarinatevi le mani! E non dite che non avete tempo, una volta presa la mano non ci vorrà più di un quarto d’ora.
Avete mai sentito dire che le cose più semplici sono anche le più buone? Ecco, non c’è nulla di più vero. Per preparare la pasta fresca non vi serviranno nient’altro che un uovo (preferibilmente bio) per ogni 100 grammi di farina 00. È importante che la farina sia 00 perché è più fine e lavorabile e, mentre la si impasta si vanno ad attivare più velocemente i filamenti di glutine che conferiscono elasticità all’impasto.
È giunto il momento per il primo segreto casalingo: una delle chiavi per una buona riuscita è lavorare su una superficie adatta, che conferisca quella nota particolare al sapore di ciò che prepariamo. E la cara vecchia spianatoia di legno fa semplicemente al caso nostro.
A questo punto versate la farina sul marmo, create una fontana e versate progressivamente al centro le uova precedentemente sbattute incorporandole alla farina. Quando il composto non è più liquido, infarinatevi le mani ed iniziate ad impastare energicamente lavorando di polso finché non ottenete un impasto omogeneo ed elastico. A quel punto avvolgete l’impasto nella pellicola trasparente per evitare che ossidi e formi una pellicina.
Fate riposare per un’ora, dopodiché tirate la pasta direttamente con il mattarello o con la macchina sfogliatrice, lasciando la porzione di impasto che non si sta lavorando avvolta nella pellicola. Nel caso vogliate usare la macchina sfogliatrice, passate l’impasto tra i rulli una volta per ciascun numero finché non raggiungete lo spessore desiderato. E voilà.
Ora non vi resta che pensare a come condire la vostra pasta. E a ringraziare la nonna.
By Leonardo S.
Febby at Team odazzit
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